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Esaminando l’edificio del Teatro di San Giovanni, Elisa Vladilo decide di considerare come luogo di intervento la facciata, e in particolare le parti di vetro delle finestre e delle porte.
L’idea è di portare su queste aree circoscritte, delle campiture di colore in tinta piatta,
nella gamma dei colori caldi, giallo, arancio, rosa fucsia.
Questa gamma di colori aggiunge appunto una dimensione di calore alla facciata, e
giocando con le varie posizioni rispetto alla struttura architettonica, consentono un
ideale movimento dinamico, dove questi colori si posizionano diversamente nei vari
punti, in maniera libera, asimmetrica e non coprendo tutti gli spazi a disposizione.
Un gioco dunque di colori che animano la facciata.
Immaginando poi che tali vetri colorati, possano idealmente proiettare la luce
ovviamente dello stesso colore sull’asfalto antistante, ecco che si può creare un
ulteriore gioco immaginario, dove si creano a terra rettangoli sghembi e tondi
ovoidali che riportano appunto l’esistente sulla facciata.
Anche queste proiezioni sono comunque libere, alludendo ad un gioco di movimento
e ad un dialogo tra l’edificio e il piazzale.
Libere riflessioni che animano il luogo aprendo varie possibilità di approccio e
interpretazione in maniera ludica.
Tutto questo si inserisce nel consueto percorso che da anni Elisa Vladilo porta avanti, di Arte Pubblica, in particolare di Ambient Painting, dove il colore si relaziona con lo spazio
in un dialogo che valorizza e rianima i luoghi.

elisa vladilo foto di antonella fuentes

Elisa Vladilo, ha studiato all’Istituto d’Artedi Trieste, e all’Accademia di Belle  Arti, Scenografia, a Venezia e a Milano.

Il suo lavoro si basa su installazioni e site specific negli spazi pubblici e privati, attraverso l’uso del colore in varie modalità.

Ha realizzato varie mostre in Italia e all’estero, e ha realizzato vari progetti permanenti  e temporanei in vari spazi tra cui pubblici, giardini, scuole, strade, piazze, stazione ferroviaria.

Collabora con varie  associazioni culturali e studi di professionisti.

Ha vissuto a Londra per 3 anni (1997-2000), dove è entrata in contatto con alcuni aspetti della Public Art; In quel periodo ha partecipato anche a Whitechapel Open a London, e al Billboard Site Project a Belfast.

Ha vinto il grant della Pollock-Krasner Foundation di New York nel 1998, e ha partecipato ad una  Residenza a Berlino nell’ambito di un progetto europeo(2001).

Echo Surrounding, Porto Vecchio, Trieste (2020), Rhyme of Origin, Cambridge UK (2014), Melting Street, Pola-Croazia (2013),  Melting tower, Villach AU(2011), Prendo il paesaggio e lo porto con me, Nervesa della Battaglia (2010).

Ph. Antonella Fuentes

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