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immagine di campagna #100UniTS, illustrazione dell'Ateneo

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Sorprendi la Sorte

Sorprendi la Sorte è il titolo dell’inno che l’Università degli Studi di Trieste ha creato in occasione del Centenario e che verrà eseguito per la prima volta all’inaugurazione dell’anno accademico 2023–2024. L’inno accompagnerà in seguito tutti gli appuntamenti istituzionali futuri.

Il testo – scritto dall’attrice, drammaturga e regista teatrale Marcela Serli – e la partitura musicale – creata da Riccardo Cossi, Direttore del Coro e dell’Orchestra UniTS – concorrono a creare un componimento di grande impatto emotivo. L’inno riprende le radici storiche su cui si fonda l’Ateneo giuliano ma, al contempo, guarda con fiducia al futuro, spingendo le donne e gli uomini di domani a nutrire la propria curiosità per sorprendersi e sorprendere positivamente gli anni che verranno.

di Marcela Serli


Trovavo necessario raccontare una storia, con un inizio, uno svolgimento e una fine. Per un testo così breve, alla forza della sintesi e al potere di certe metafore ho affidato molto.
Tra tutti i valori importanti che si possono tramandare con un inno, ho cercato quelli che in questo 2023 risuonano potenti, definitivi. Così da dare senso provocando un’emozione. Risultava interessante, a mio avviso, non fuggire dalla retorica. Anzi.
Questo inno racconta di come si può prendere lo stimolo interiore, la propria scintilla di curiosità e lanciarla verso il futuro. 
Dice che, se non si cancella il bene fatto da chi ci ha preceduti, l’eredità giusta, quel passato che brilla per saggezza e proiezione, se lo si mantiene vivo, questo passato, ci farà sedere in un solido presente. Questo presente è nelle nostre mani.

Questo presente è così nostro che, se seminato di desideri e visioni, basteranno la tenacia e lo studio per portarci verso nuovi orizzonti, un nostro futuro.
Ma dice soprattutto che tutto questo, se lo fai da sola, da solo, puoi costruire poco; ma se lo fai in dialogo, se impari a stare in relazione con altri diversi esseri umani, allora sì che il futuro è possibile. Possibile e bello. 
E in questi altri esseri umani ho messo i nomi: un uomo, una donna, le persone tutte, chiunque esse siano.
Ho voluto, per questo, partire da un intimo tu, così da far sentire l’unicità di chi ci ascolta, per poi passare a io, colei e colui che parla, finendo con un noi. 
In questi ultimi 40 anni abbiamo creduto che, per vincere, la corsa dovesse essere solitaria. Ora sappiamo non solo che, per vincere, la corsa deve essere fatta insieme ma che non è poi così importante vincere.
Noi abbiamo bisogno anche dei fallimenti dei grandi o piccoli ricercatori. E ricercatrici ovviamente.


di Riccardo Cossi

In qualità di Direttore del Coro e Orchestra dell’Università degli Studi di Trieste, è stato per me un grandissimo onore avere il compito, non facile, di realizzare la musica del nuovo inno dell’Ateneo giuliano. Il mio compito è stato quello di cercare di rendere musicalmente le emozioni che il testo provoca, rispettando alcune peculiarità importanti: l’utilizzo di un linguaggio musicale accessibile a tutti, con uno sguardo al classico (in particolare allo stile anglosassone dei grandi inni), ma allo stesso tempo utilizzando soluzioni armoniche e melodiche più “moderne” (ispirandomi anche al mondo delle colonne sonore), una ricerca di grande solennità che dia anche un senso generale di positività e gioia, pur rispettando i diversi momenti del testo.

Ho volutamente scelto di scrivere un’opera unica (non strofica e ritornellata) che si sviluppa con momenti e atmosfere diversi, partendo da un tema iniziale molto solenne e di impatto che poi viene ripreso ed elaborato nel corso del brano. La parte centrale dell’inno è più tranquilla e meditativa, con un’alternanza continua tra le voci del coro.

La composizione è scritta per coro misto a 4 voci, con alcuni divisi che arrivano fino a 8 voci, orchestra d’archi e 2 trombe. Queste ultime sono molto efficaci nel rendere al meglio alcuni momenti più solenni o gioiosi. Inserendosi nel colore dell’orchestra d’archi, creano un cambiamento cromatico molto evidente.

Attrice, drammaturga e regista argentina di origini italo-libanesi, laureata in Drammaturgia Contemporanea (Corso di Laurea in Lingue e letterature Straniere Moderne), intraprende un percorso teatrale che accanto ai temi dell’intolleranza politica e morale, intercala una ricerca stilistica sul miscuglio dei generi, la globalizzazione del linguaggio, il caos ideologico applicato ai concetti artistici.
Costruisce progetti teatrali su quelle che oggi vengono considerate minoranze, collaborando con Teatri Stabili, Tric e Teatri Nazionali, sia italiani sia esteri.

foto Marcela Serli
foto Riccardo Cossi

Nasce nel 1978, noto musicista triestino, organista della Cattedrale di San Giusto e direttore artistico dell’Accademia Organistica Tergestina, dal 2007 dirige il coro dell’Università degli Studi di Trieste e dal 2018 fonda anche l’orchestra. Entrambe le realtà sono formate da studenti, docenti e personale operanti all’interno dell’Ateneo giuliano.

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