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#SBLAD – Vernissage
14 Novembre ore 18:00 – 20:00



Inaugurazione della mostra #SBLAD – Shine Bright Like A Diamond.
Evento su invito
2006 – 2013
Nato a Brescia nel 1961, Francesco Peroni diventa nel 2000 professore ordinario di Procedura penale. Preside della Facoltà di giurisprudenza dal 2003 al 2006, in quello stesso anno viene eletto Rettore, all’epoca il più giovane in Italia, incarico confermato per un secondo mandato che concluderà nel 2013. Tra le numerose attività intraprese spicca l’impegno per la valorizzazione del patrimonio artistico dell’Ateneo, cominciato con il recupero della memoria storiografica della mostra di pittura contemporanea del 1953 e conclusosi con l’allestimento della Pinacoteca del rettorato e la pubblicazione del catalogo delle opere d’arte di pertinenza universitaria.
Appoggiato con entrambe le mani a una mensola, aspetto che rimanda ancora una volta alla ritrattistica veneta del Cinquecento, l’effigiato è rappresentato in abiti borghesi, con un’elegante giacca dai toni tortora e il corpo appena girato verso sinistra, lo sguardo assorto rivolto all’osservatore. Come per il predecessore Romeo, Erica De Rosa sottolinea la serenità del protagonista attraverso la centralità assegnata al volto, calmo e rilassato ma al tempo stesso consapevole dell’importanza della propria missione.
Spicca, tra i pochi dettagli riprodotti, la cravatta con il primo sigillo dell’Ateneo, quello realizzato nel 1924 con il profilo della città turrita al centro, che lo stesso Peroni aveva voluto ripristinare nel contesto di quella revisione dell’immagine dell’istituzione universitaria che aveva voluto efficacemente intraprendere.
Erica De Rosa, Ritratto del Rettore Francesco Peroni
1930 – 1939
Nato a Visignano d’Istria nel 1902, Udina sarà docente di Diritto Internazionale prima all’Università di Bari e in seguito nel capoluogo giuliano, dove divenne preside della Facoltà di Economia e di conseguenza Rettore il primo dicembre 1930. Sin dal 1935 egli aveva attivato un serrato confronto con il ministro Bottai al fine di espandere l’offerta dell’Ateneo triestino, e grazie all’apertura della facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche, Udina diverrà, effettivamente, il primo Rettore dell’università triestina quando questo ruolo sarà distinto da quello di preside di Economia. Ricoprì quindi la nuova carica dal 28 ottobre 1938 fino allo stesso giorno dell’anno seguente, quando l’Ateneo venne commissariato proprio a causa del fiero attivismo di Udina, sostituito da Giannino Ferrari dalle Spade, più organico ai voleri del partito fascista. L’impegno profuso per la crescita dell’Ateneo porterà Sambo a enfatizzare l’importanza della carica raffigurando il rettore con la toga e il manto di ermellino.
Realizzato attorno al 1937 ed esposto come i due precedenti alla grande antologica del pittore allestita al Palazzo Costanzi di Trieste, il dipinto si può stilisticamente collocare a metà strada fra il ritratto di Alberto Asquini e quello di Giulio Morpurgo: il plastico modellato ottocentesco viene infatti mitigato da una sincerità di visione che richiama moduli novecentisti nella semplicità dei mezzi e delle tonalità adottate, tra cui spicca la freschezza della posa ostentatamente frontale.
Edgardo Sambo, Ritratto del Rettore Manlio Udina
1946 – 1952
Di origine catanese, Angelo Cammarata era stato professore ordinario di Filosofia del Diritto nelle Università di Messina e Macerata prima di approdare alla neo costituita Facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo triestino. Nominato Rettore, ricoprì la carica fra il 1946 e il 1952 di fatto dedicando il proprio mandato alla difesa dell’indipendenza dell’Università, ribadendo con forza la sua posizione in tutti i suoi atti e nei simboli scelti per il nuovo sigillo dell’Ateneo, affidato a Tranquillo Marangoni, che, con la sua sintetica rappresentazione della Cattedrale di San Giusto e del Faro, intendeva non solo omaggiare la città ma anche richiamare il ruolo di faro dell’italianità rivestito dall’Università stessa.
Come nel caso del ritratto di Manlio Udina, Sambo, evidentemente d’accordo con la committenza, decide di evidenziare il pugnace atteggiamento di Cammarata raffigurandolo in abiti accademici. La posizione rigidamente frontale e lo sguardo assorto e apparentemente sfuggente identificano un personaggio tanto combattivo quanto restio a celebrazioni, che sembra quasi infastidito di fronte all’occhio di un pittore che cerca invece di cogliere il suo lato umano con una pennellata ampia, costruttiva e poco attenta ai dettagli superflui. Il carattere introspettivo dell’opera è poi amplificato dai toni violacei del fondo monocromo, che si possono leggere come un riflesso della persistente influenza del clima novecentista sul modus operandi del pittore triestino.
Edgardo Sambo, Ritratto del Rettore Angelo Cammarata
1972 – 1981
Giurista triestino di fama internazionale, Giampaolo de Ferra venne eletto Rettore nel 1972 e, riconfermato per due trienni consecutivi, rimase in carica fino al 1981. Il suo mandato vide nel 1977 la nascita dell’Università autonoma di Udine, nonostante de Ferra avesse proposto, con grande lungimiranza, un disegno di legge volto alla nascita di un campus su base regionale.
Realizzato nel 1997, molti anni dopo la conclusione del suo mandato, l’effige di Giampaolo de Ferra è certo il più singolare fra i ritratti dei rettori triestini: aliena da ogni segno che possa suggerire il ruolo del personaggio, l’opera colpisce per la profonda articolazione della superficie pittorica, frutto di una scioltezza esecutiva insolita per questo tipo di rappresentazioni. La figura del Rettore è definita dall’espressivo realismo del volto, solcato da rughe profonde che forse alludono alle difficoltà incontrate dal Rettore durante il suo mandato, ma la precisa definizione dei tratti fisionomici contrasta però con la voluta indeterminatezza in cui è lasciato il busto. Con la sua raffinata tecnica, Franco Chersicola concepisce infatti il ritratto come un banco di prova della vena surrealista che svilupperà appieno negli anni successivi: accostando due modalità ben distinte di stesura, l’artista crea infatti un effetto spiazzante nell’osservatore, affascinato dallo stile sciolto informale adottato per un’opera destinata a immortalare un personaggio di spicco del panorama culturale cittadino.
Franco Chersicola, Ritratto del Rettore Giampaolo de Ferra
1952 – 1958
Rodolfo Ambrosino, di origine napoletana, arrivò a Trieste nel 1949 per ricoprire la cattedra di Diritto romano. Il 28 giugno 1952 venne chiamato a ricoprire la carica di Rettore; riconfermato nel 1955, protrasse la propria reggenza fino al principio dell’estate del 1958, quando venne improvvisamente stroncato da un infarto. I suoi mandati furono scanditi da un piano decennale finalizzato allo sviluppo dell’Ateneo, che prese progressivamente la forma di una moderna cittadella universitaria, accompagnata da un consistente ampliamento dell’offerta formativa. Nel 1957 il Presidente della Repubblica assegnò ad Ambrosino la medaglia d’oro per i benemeriti della cultura e dell’arte in virtù dell’impegno speso a favore della trasformazione dell’università in un centro propulsore delle nuove tendenze artistiche, risultato ottenuto sia grazie all’allestimento nel 1953 della Mostra d’arte italiana contemporanea, sia attraverso l’acquisto della Minerva di Marcello Mascherini, ben presto diventata l’emblema dell’Ateneo.
Nel ritratto di Antonio Quaiatti, noto soprattutto per la sua attività di illustratore e decoratore, Ambrosino è presentato a mezzo busto in una posa rigida, attenta alla perfetta somiglianza fisiognomica ma poco significativa sul piano psicologico, concentrata com’è sull’enfatizzazione del ruolo dell’effigiato, ottenuta grazie al risalto dato al manto di ermellino e alla medaglia di Grande ufficiale al merito della Repubblica Italiana, conferitagli nel 1954, che pende dal collo.
Antonio Quaiatti, Ritratto del Rettore Rodolfo Ambrosino
1981 – 1990
Docente di anatomia umana normale, Paolo Fusaroli (1933-2016), di origini ferraresi, venne eletto Rettore nel 1981 e successivamente riconfermato per due mandati consecutivi, fino al 1990, per diventare poi Presidente dell’autorità portuale.
Spetta a lui l’avvio nel 2006 della collaborazione dell’Università di Trieste con la pittrice Erica De Rosa, udinese di origine ma da tempo residente a Venezia, che sarà autrice di tutti i ritratti dei rettori successivi. Stagliato su uno sfondo uniformemente scuro, Fusaroli è rappresentato a busto intero, il corpo leggermente girato verso sinistra e il penetrante sguardo diretto frontalmente verso l’osservatore. Uno sguardo sottolineato dal regolare disegno dell’arco sopraccigliare e dalle guance scavate a colpi di pennello, strumento che l’autrice utilizza senza l’intenzione di nasconderne il percorso. Due diverse onorificenze smorzano l’austerità dell’ingombrante manto di ermellino, descritto con pennellate rapide ma accurate che, attraverso cauti trapassi chiaroscurali, addolciscono la robustezza della figura. L’immobilità del personaggio e la sua plasticità vengono ammorbidite proprio dall’attenzione che la pittrice ripone nell’aspetto cromatico. La prevalente oscurità in cui è tenuto il dipinto viene infatti bilanciata dal candore abbagliante e quasi inatteso della camicia e del manto di pelliccia, entrambi pronti ad amplificare le macchie di luce distribuite sul volto per definirne compiutamente l’incarnato.
Erica De Rosa, Ritratto del Rettore Paolo Fusaroli
2019 –
Nato il 17 Giugno 1965, il Professore Roberto Di Lenarda è una figura di spicco nell’ambito dell’odontoiatria e dell’istruzione superiore di ambito medico. Dal 1 Agosto 2019, ricopre il ruolo di Rettore dell’Università degli Studi di Trieste.
Dopo un inizio di carriera come medico ospedaliero, ha svolto le funzioni di professore presso le Università di Ferrara e di Trieste, contribuendo in modo significativo alla crescita e allo sviluppo dell’istruzione superiore in campo medico ed odontoiatrico. Dal 2000, è il Direttore della Struttura Complessa di Clinica di Chirurgia Maxillo Facciale ed Odontostomatologia e dal 2016 è il Direttore del Dipartimento Assistenziale Clinico Chirurgie Specialistiche di ASUGI. È stato dal 2012 al 2018 Direttore del Dipartimento di scienze mediche, chirurgiche e della salute (dipartimento di eccellenza MUR), ed è l’ideatore e il coordinatore del più importante progetto regionale di odontoiatria pubblica italiano. È membro di importanti organi di indirizzo nell’ambito sanitario e accademico.
1924 – 1926
Il dipinto inaugura la serie dei quattordici ritratti di Rettori dell’Università di Trieste, sei dei quali realizzati dallo stesso Sambo. Il professor Alberto Asquini, già direttore dell’Istituto di Studi Commerciali “Fondazione Revoltella”, ricoprì per primo la carica di Rettore della neo istituita Regia Università in qualità di preside della facoltà di Economia, nucleo originario dell’Ateneo giuliano, rimanendo in carica dal 23 settembre 1924 al 31 ottobre 1926.
L’ufficialità della commissione, affidata al già maturo e ben conosciuto artista triestino, viene enfatizzata dalla semplicità di mezzi espressivi e dalle soluzioni compositive adottate, vestito in abiti borghesi, Asquini viene isolato al centro dell’opera senza alcun elemento che possa suggerire la sua carica.
Dal punto di vista stilistico il dipinto si colloca nella fase in cui l’artista si accosta tardivamente alle tendenze messe in campo dal gruppo Novecento, soprattutto per quanto riguarda la plastica definizione volumetrica delle figure.
Già in occasione della sua esposizione alla Galleria Trieste nel 1937 l’opera si impose all’attenzione del pubblico per «la bellezza del tono che caratterizza il pallore […] pari a quella dell’interpretazione incisiva del volto inquieto di pensiero», configurandosi quindi come il perfetto esempio della compenetrazione fra il dato reale e l’introspezione psicologica che caratterizza l’intera produzione ritrattistica di Sambo.
Edgardo Sambo, Ritratto del Rettore Alberto Asquini
1926 – 1930
Di famiglia goriziana, Giulio Morpurgo aveva conseguito la laurea in chimica e farmacia all’Università di Graz ricoprendo in seguito importanti incarichi. Direttore dell’Istituto di Studi Commerciali “Fondazione Revoltella” già nel 1914, cercò di riattivarlo nell’immediato dopoguerra venendo in seguito nominato dal 1926 al 1930 preside della facoltà di Economia, carica che fino al 1938 coincise con quella di Rettore.
Secondo della serie dei ritratti dei rettori, il dipinto segna per Sambo un vero e proprio tuffo stilistico nel passato, che lo vede rinunciare a ogni apertura novecentista per rifugiarsi in soluzioni tipiche del realismo tardo-ottocentesco. Il taglio della figura, la sua posizione di tre quarti e il realismo quasi fotografico che la connota possono infatti essere interpretati come un omaggio dell’autore al suo primo maestro Giovanni Zangrando, ma possono anche derivare da precise indicazioni del committente.
Anche in questo caso Sambo omette qualsiasi elemento capace di suggerire la caratura del personaggio, puntando invece ad enfatizzare la qualità di studioso dell’effigiato, evocata dalla severità che proviene dalla folta e curata barba bianca, dagli occhiali rotondi da intellettuale e dal cipiglio che corruga naturalisticamente la fronte. Giocato interamente su tonalità ribassate, alleggerite dalle accensioni luministiche del viso, il dipinto è stilisticamente un unicum nella galleria della ritrattistica, tesa piuttosto verso personali interpretazioni delle premesse di Novecento.
Edgardo Sambo, Ritratto del Rettore Giulio Morpurgo
2003 – 2006
Primo laureato in Biochimica dell’ateneo giuliano, il monfalconese Domenico Romeo vanta un nutrito curriculum di ricercatore in prestigiosi istituti internazionali. Rientrato a Trieste nel 1970, riprende la sua attività di ricerca e insegnamento all’Istituto di chimica Biologica prima di ripartire per nuovi incarichi. Nel 2003 viene nominato Rettore dell’Ateneo di Trieste, incarico mantenuto per un solo mandato fino al 2006.
L’attività di studio e ricerca di Romeo è l’aspetto che maggiormente viene esaltato nel dipinto di Erica De Rosa, dove spicca la sobria eleganza del personaggio, raffigurato con il busto leggermente girato verso destra mentre con la mano sinistra sostiene un volume dalla copertina arancione con un segnalibro ben in vista; una scelta cromatica che risalta vivacemente sulla giacca blu scuro del protagonista. È il primo tra i rettori ritratti dalla De Rosa a non portare la toga bordata d’ermellino, una scelta funzionale alla volontà, evidentemente condivisa con l’effigiato, di enfatizzare la sfera personale del protagonista a discapito del ruolo rivestito, senza per questo rinunciare a una verosimiglianza che tende a superare i limiti dell’esteriorità. Un ulteriore discrimine tra il dipinto in oggetto e gli altri ritratti realizzati dalla De Rosa proviene dalla scelta di sostituire il fondale scuro con una più leggera e variamente illuminata tinta azzurra, capace di sintonizzarsi sui toni dell’abito del protagonista.
Erica De Rosa, Ritratto del Rettore Domenico Romeo
1990 – 1997
Docente di Economia dei trasporti e preside della facoltà di Economia dal dicembre 1984, nel giugno 1990 Giacomo Borruso (1939-2021) fu eletto Rettore, carica che gli venne riconfermata per i due trienni successivi. Durante il suo mandato si adoperò attivamente per la riorganizzazione dei corsi di studio e il contestuale sviluppo delle strutture universitarie, con l’attivazione dei poli di Gorizia e Pordenone e il recupero di strutture urbane dismesse come i padiglioni dell’ex Ospedale psichiatrico messi a disposizione dalla Provincia.
Stagliato su di un fondo monocromo schiarito lungo i bordi della figura, il profilo di Borruso, realizzato nel 2008, è definito da pennellate puntuali la cui precisione è rafforzata dalla luminosità propagata dal bianco della veste. Appoggiato con la mano destra a un ripiano scuro, con un velato richiamo alla ritrattistica veneta del Cinquecento, l’effigiato è rappresentato con il corpo leggermente girato verso destra e lo sguardo rivolto all’osservatore. Nonostante la stola di ermellino ogni ufficialità pare eliminata grazie all’enfasi con cui la pittrice si sofferma sull’azzurro degli occhi e il sorriso appena accennato. Usando un colore ricco e sensibile alle sfumature chiaroscurali, Erica De Rosa sottolinea la serenità del protagonista attraverso la centralità assegnata al volto, alludendo alla laboriosità dello studioso e, parallelamente, dell’uomo attento alle questioni pratiche, con un esito di rara efficacia pittorica.
Erica De Rosa, Ritratto del Rettore Giacomo Borruso
1997 – 2003
Nato a Pola e docente di Elettronica presso la Facoltà di Ingegneria dal 1976 al 2006, Lucio Delcaro rivestirà la carica di Rettore dell’Università degli studi di Trieste per due mandati, dal 1997 al 2003.
Secondo della serie di ritratti di rettori eseguiti da Erica De Rosa, il dipinto verrà completato nel giugno del 2008, pochi mesi prima dell’effigie di Giacomo Borruso. Come il ritratto del predecessore appena citato, l’opera in esame è caratterizzata dalla spiccata attenzione alla ritrattistica veneta e lombarda di epoca rinascimentale, cui si rivolge sia per il taglio compositivo, sia per quanto riguarda gli accordi cromatici. Puntando sulla compattezza e sulla solidità costruttiva garantite dal sapiente uso del colore, l’artista ottiene una puntuale verosimiglianza fisica alternando tocchi minuti di pennello a pennellate di maggiore ampiezza.
Chiuso nella cappa nera bordata di ermellino e fregiato del pesante collare dorato adagiato sul petto, Delcaro si volge verso destra concentrando lo sguardo lontano, fuori dai limiti della tela e senza incrociare lo sguardo dell’osservatore, quasi a voler sottolineare il distacco richiesto dalla carica da lui rivestita. L’impegno richiesto dal ruolo sembra così consegnare il volto del Rettore a un’espressione di corrucciata severità, enfatizzata dalle rughe d’espressione che solcano il volto ancora giovane e che tuttavia donano alla tavola una grande efficacia comunicativa.
Erica De Rosa, Ritratto del Rettore Lucio Delcaro
2013 – 2019
Laureatosi a Trieste nel 1980, dopo diversi incarichi in prestigiosi istituti di ricerca in Italia e all’estero, Maurizio Fermeglia diventa nel 2002 professore ordinario di Ingegneria chimica. Direttore del Dipartimento di ingegneria industriale dal 2010 al 2012, l’anno successivo viene eletto Rettore con un mandato di sei anni che concluderà nel 2019.
Il suo ritratto è l’ultimo in ordine di tempo tra quelli realizzati da Erica De Rosa, visto che l’attuale Rettore, Roberto Di Lenarda, concluderà il suo mandato soltanto nel 2025. A differenza delle opere realizzate in precedenza dalla pittrice udinese, il dipinto è tutto giocato sui toni del blu e dell’azzurro, appena variati dal bianco luminosissimo della camicia e dalla struttura in legno naturale cui il Rettore si appoggia, che sembra richiamare i banconi degli emicicli delle aule universitarie: un espediente che serve anche ad allargare il fuoco della composizione e dare slancio alla longilinea figura dell’effigiato. Come i due predecessori, Fermeglia è rappresentato in abiti borghesi, con una giacca elegante ma con il nodo della cravatta, e la cravatta stessa, leggermente fuori asse, a voler rimarcare l’informalità della posa, come se fossimo di fronte a un’istantanea fotografica. Il corpo è appena girato verso sinistra, mentre lo sguardo si rivolge direttamente allo spettatore, con un atteggiamento che sembra indicare una concreta predisposizione all’ascolto.
Erica De Rosa, Ritratto del Rettore Maurizio Fermeglia
1958 – 1972
Docente di diritto costituzionale e preside della facoltà di Economia da novembre del 1943 allo stesso mese del 1952, Agostino Origone sarà Rettore dal 1958 al 1972, attraversando i difficili anni della contestazione studentesca. Nel suo lunghissimo mandato raccoglierà la gravosa eredità lasciata da Rodolfo Ambrosino, proseguendo nella costruzione di nuove strutture e nell’opera di ampliamento dell’offerta formativa.
Il suo ritratto verrà eseguito nel 1991 da Zhou Zhiwei, nato a Shangai ma attivo in Italia sin dal 1980, dove ha messo ulteriormente a punto la sua formazione pittorica; l’atmosfera di sospensione percepibile nei suoi lavori deve essere letta soprattutto come il frutto della piena consapevolezza della propria perizia tecnica. Dominato dal realismo della possente figura di Origone, il dipinto sembra far riferimento a canoni tipici della ritrattistica ufficiale dell’Ottocento: l’evidenza dei dati fisionomici è ottenuta con una definizione puntale e una pennellata morbida che addolcisce la composizione. Il fazzoletto nel taschino, la cravatta e gli occhiali dalla spessa montatura così come la scriminatura che disciplina i capelli argentati del Rettore assumono quasi il ruolo di indicatori caratteriali del personaggio, descrivendo un intellettuale pacato e incline alla mediazione, ma che non intende recedere da quel prestigio ideale che i suoi predecessori, Ambrosino in primis, avevano tenacemente cercato per il bene dell’ateneo giuliano.
Zhou Zhiwei, Ritratto del Rettore Agostino Origone
1942 – 1944
Titolare della cattedra di Storia del Diritto Italiano, Mario Enrico Viora, di origine alessandrina, verrà nominato Rettore nell’ottobre del 1942, rimanendo in carica fino alla fine dello stesso mese di due anni dopo. Si devono a lui l’istituzione della Facoltà di Lettere e l’orgogliosa opposizione al governo della Repubblica Sociale, cui si affiancheranno l’avvio delle pratiche per la costruzione di un Consorzio per l’erigenda Casa dello Studente e la creazione di una Scuola per l’insegnamento delle lingue straniere.
Il Rettore è raffigurato da Sambo riprendendo molti degli elementi messi a punto nel ritratto di Giannino Ferrari dalle Spade, a partire dall’impostazione con il busto girato di tre quarti, solo che in questo caso l’effigiato non guarda sicuro verso lo spettatore, ma tiene lo sguardo fisso davanti a sé, come se stesse inseguendo un pensiero che lo assorbe totalmente. Vengono così esaltate in primo piano le qualità umane dell’effigiato, uomo di profonda moralità e cultura, pienamente consapevole dei doveri connessi al proprio incarico e deciso a svolgerli seguendo la rettitudine ben simboleggiata dalla posa ingessata e dal volto immobile, incapace di tradire qualsiasi emozione.
La consueta parsimonia cromatica si associa qui all’adozione di tonalità ribassate, evidentemente adottate allo scopo di enfatizzare la caratura morale del personaggio, il delicato scarto di tonalità fra la figura e lo sfondo presente in quell’opera viene in questo caso abbandonato a favore di una sostanziale monocromia.
Edgardo Sambo, Ritratto del Rettore Mario E. Viora
Personalità che hanno temporaneamente assunto il ruolo e le funzioni di Rettore in caso di cessazione anticipata del Rettore nominato in carica.
maggio 2013 – luglio 2013
1945 – 1946
1944 – 1945
1940 – 1942
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1931 – 2022
Finetti è stato un pioniere della geofisica applicata in Italia. Laureatosi in Geologia a Bologna, ha lavorato nell’esplorazione di idrocarburi per dieci anni. Successivamente, si è dedicato alla geofisica applicata presso l’Università di Trieste e l’OGS, contribuendo alla sismica a riflessione e all’esplorazione del Mediterraneo e del Mar Nero.
Nel 1974 è diventato direttore dell’OGS e nel 1975 è stato Professore Ordinario a Napoli, poi a Trieste. Ha diretto l’Istituto di Geodesia e Geofisica, contribuendo alla sicurezza di centrali nucleari e grandi strutture. Ha guidato lo studio crostale CROP-Mare nell’offshore italiano.
Appassionato docente, ha formato una scuola di geofisica, preparando studenti per carriere in istituti di ricerca e industria. La sua dedizione all’insegnamento e alla ricerca ha lasciato un impatto duraturo.
fonte immagine UniTS
1908 – 1984
Laureatosi in matematica a Bologna nel 1932, contribuì alla Geodesia presso l’Istituto Geografico Militare di Firenze e diventò Professore di Geodesia a Trieste. Fondò e guidò l’Istituto di Geodesia e Geofisica, dirigendo anche la Facoltà di Scienze.
Fu riconosciuto internazionalmente, diventando membro di importanti associazioni e società scientifiche. Il suo testo Fondamenti di Geodesia Intrinseca è una pietra miliare nella Geodesia Teorica. Partecipò a una spedizione per la conquista del K2 e inaugurò pendoli geodetici presso la Grotta Gigante. Questi pendoli sono ancora operativi, offrendo una serie storica unica nel suo genere.
fonte immagine Generali Heritage
1906 – 1985
Laureatosi in Matematica Applicata a Milano nel 1927, ha lasciato un impatto duraturo nel campo. Professore di Analisi Matematica a Padova e Trieste, ha vinto la cattedra di Matematica Finanziaria nel 1939. Nel 1947 ha ottenuto la cattedra di Matematica attuariale e tecnica delle assicurazioni sulla vita umana a Trieste.
I suoi oltre 280 lavori scientifici e trattati sono riconosciuti a livello internazionale, in particolare nel calcolo delle probabilità e nella teoria delle decisioni. Nel 1982, ha ricevuto la Laurea Honoris causa dall’Università di Roma per i suoi contributi nell’economia.
Presidente di associazioni matematiche, è stato fondatore e presidente onorario dell’AMASES.
fonte immagine Wikipedia
1920 – 1997
Alberto Dolcher si laureò in Matematica presso la Scuola Superiore Normale di Pisa nel 1942, sotto Leonida Tonelli, e proseguì gli studi a Zurigo con Heinz Hopf. Durante la guerra, fu assistente di de Finetti all’Università di Trieste, focalizzandosi sul recupero dei reduci militari.
Dal 1951 al 1956, fu docente di Topologia a Ferrara, prima in Italia. Tornato a Trieste, fu il primo direttore dell’Istituto di Matematica Applicata e professore ordinario. Nel 1995, diventò professore emerito.
La sua passione per l’insegnamento si riflette in corsi di analisi matematica, topologia e discipline avanzate. Ha influenzato molti studenti che hanno eccelso in campi come topologia, analisi numerica, equazioni differenziali, teoria della misura, economia matematica e informatica. Alberto Dolcher ha lasciato un’eredità duratura nella formazione di menti brillanti e nello sviluppo della matematica.
fonte immagine Wikipedia
1925 – 2010
Giovanni Prodi si laureò in Matematica a Parma nel 1948. Dopo esperienze durante la guerra, iniziò la sua carriera all’Università di Milano. Grazie all’incontro con Renato Caccioppoli nel 1949, si appassionò all’analisi non lineare, divenendo un punto di riferimento nel campo.
Nel 1956, fu chiamato all’Università di Trieste per ricoprire la cattedra di Analisi Matematica. Nel 1959 ottenne un importante risultato: un teorema di unicità per le equazioni di Navier-Stokes.
Nel 1963 si trasferì all’Università di Pisa, dove lavorò fino al pensionamento. Dagli anni ’70 si dedicò alla didattica della matematica. La sua influenza nella ricerca e nell’insegnamento fu notevole, soprattutto a Trieste, grazie ai legami con gli allievi.
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1922 – 1996
Gaetano Fichera si laureò in Matematica a Roma nel 1941 e intraprese una promettente carriera di ricercatore presso l’Istituto Nazionale per le Applicazioni del Calcolo. Nonostante le difficoltà legate alla guerra, ottenne la libera docenza nel 1948 e nel 1949 vinse il concorso per la cattedra di Analisi Matematica all’Università di Trieste.
Nel 1956, prese il posto del suo mentore Mauro Picone presso l’Università di Roma e vi rimase fino al 1992. La sua vasta produzione scientifica abbraccia numerosi campi dell’Analisi Matematica e delle sue applicazioni, con particolare focus sull’analisi funzionale, la teoria degli autovalori, le equazioni differenziali, il calcolo delle variazioni e l’elasticità matematica.
Fichera è autore di circa 250 pubblicazioni, evidenziando il suo ruolo di leader nella scienza matematica italiana e internazionale.
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1925 – 2019
Laureato nel 1949 a Padova in medicina, si trasferisce, dopo avere conseguito una borsa di studio nel Regno Unito e successivamente in Svezia per compiere studi di specializzazione. Rientrato in Italia è attivo nella sua città natale, dove nel 1964 crea l’unità di cardiologia dell’ospedale di Trieste. Dal 1967 al 1996 insegna fisiopatologia cardiovascolare all’Università degli Studi di Trieste.
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1959 – 2011
Laureato nel 1984 in interpretazione in lingua inglese e russa alla Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori di Trieste, inizia la carriera accademica presso la stessa istituzione nel 1994 come ricercatore di lingua russa per diventare poi professore associato nel 2000.
Come dimostrano le sue numerose pubblicazioni, ha saputo coniugare in modo eccellente il suo interesse per la lingua russa e quello per l’interpretazione. L’ampia esperienza maturata come interprete televisivo lo ha portato a interrogarsi sul ruolo dell’interprete in televisione e nei media, aprendo, in maniera pionieristica, la strada a studi fruttuosi e anticipando, a livello nazionale, l’applicazione dell’Analisi Conversazionale, e più in generale del Discorso-in-interazione, alle ricerche nell’ambito dell’interpretazione. Si è contraddistinto per la capacità di rimettere in questione assunti dogmaticamente trasmessi da una generazione di interpreti all’altra, basandosi su dati reali quali quelli riuniti nell’ampio corpus raccolto presso gli archivi RAI e le TV commerciali.
fonte immagine UniTS
1953 – 2004
Si laurea in lettere e filosofia (sezione di filologia moderna) presso l’Università di Siviglia nel 1976 e in lettere presso l’Università degli Studi di Trieste nel 1989. Dopo aver insegnato Lingua spagnola presso l’Istituto Spagnolo di Lisbona dal 1977 al 1979, si trasferisce in Italia dove, dal 1982 al 1990, è lettrice di Lingua Spagnola, prima a Udine presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere e la Facoltà di Scienze Politiche, poi a Trieste presso la SSLMIT. Ricercatrice di Lingua spagnola presso la SSLMIT di Trieste dal 1990, nel 2001 prende servizio presso la stessa Facoltà e per il medesimo settore scientifico-disciplinare come professoressa associata.
All’attività di docenza, svolta con grande entusiasmo, passione e dedizione fino all’ultimo, ha costantemente affiancato la sua vivace attività di ricerca, spaziando dalla lingua alla letteratura, dalla sociolinguistica alla dialettologia. È tra le prime ispaniste italiane a esplorare la linguistica applicata e contrastiva (tra lo spagnolo e l’italiano) e a tracciare i lineamenti della traduzione, sia a livello storico che teorico e didattico, e le sue sfide nell’ambito dei linguaggi settoriali.
fonte immagine UniTS
1946 – 2021
Consegue il Diploma di Interprete di conferenza per le lingue francese e tedesca nel 1969 presso la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori dell’Università degli Studi di Trieste, e successivamente si laurea in lingue e letterature straniere presso l’ateneo di Udine. Intraprende una intensa e brillante carriera di interprete di conferenza che eserciterà per un cinquantennio, unitamente a quella didattica presso i corsi di Interpretazione Consecutiva e Simultanea francese della SSLMIT, diventando nel 1996 professore associato.
In qualità di interprete di conferenza è stata unanimemente apprezzata in contesti internazionali prestigiosi quali Assicurazioni Generali, Mostra del Cinema di Venezia e Convenzione delle Alpi, riuscendo a coniugare con rigore e passione il versante professionale con quello didattico e della ricerca accademica. I suoi studi, incentrati sull’analisi della direzionalità linguistica in Interpretazione e sulle componenti paraverbali e pragmatiche del processo interpretativo, continuano a rappresentare nitidi elementi di riferimento per l’indagine teorica entro i Translation Studies.
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1942 – 2018
Studia filosofia, sociologia e germanistica a Francoforte sul Meno; dal 1968 al 1974 è ricercatore all’Istituto di filosofia della Freie Universität di Berlino dove mostra, fin dagli inizi della sua carriera, una forte vocazione interdisciplinare. Successivamente si traferisce in Italia e nel 1993 diventa professore presso la SSLMIT di Trieste. I suoi interessi di ricerca si spostano sempre più sulla letteratura tedesca e sulla teoria della traduzione, ma senza mai rinunciare ad una prospettiva storico-filosofica di ampio respiro. Si occupa anche di letteratura per l’infanzia e l’adolescenza e di generi a lungo considerati minori, come fumetti e graphic novel.
Parallelamente alla carriera accademica porta avanti la sua attività di traduttore, trasponendo in tedesco testi di grandi intellettuali italiani come Pierpaolo Pasolini, Giorgio Colli, Giorgio Agamben, Carlo Michelstaedter e Roberto Calasso.
Nel 2017 gli è stato assegnato il prestigioso Premio Italo-Tedesco per la Traduzione letteraria (premio alla carriera).
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1900 – 1989
Dopo essersi laureato in giurisprudenza a Bologna, ha subito sviluppato un forte interesse per la statistica. Ha ottenuto la libera docenza in questa disciplina e successivamente è diventato professore ordinario presso l’Università di Trieste. Oltre alla sua attività didattica e alla produzione scientifica significativa, ha assunto importanti incarichi, come l’organizzazione dell’Ufficio Statistico della S.I.A.E. e la presidenza della Camera di Commercio di Trieste. Nel 1946, ha fondato l’istituto demoscopico Doxa, dove ha ricoperto il ruolo di direttore e successivamente presidente.
Tra il 1952 e il 1961, ha ricoperto la carica di Preside della Facoltà di economia e commercio dell’Università di Trieste. Durante questo periodo, nel 1953, ha introdotto la prima Scuola Superiore in Italia a rilasciare diplomi per traduttori e interpreti, che in seguito è diventata la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori. Luzzatto Fegiz, poliglotta egli stesso, aveva compreso l’importanza cruciale di tali professioni nel contesto internazionale del dopoguerra.
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1933 – 2000
A soli 26 anni, diventò docente di Diritto Costituzionale, poi titolare di cattedra nell’ateneo giuliano e nel 1972 divenne Preside della facoltà di Padova. Nel 1958, pubblicò La potestà legislativa regionale e contribuì all’elaborazione dello Statuto speciale della Regione Friuli Venezia Giulia. Nel 1977, fu nominato giudice della Corte Costituzionale, diventando il dodicesimo presidente nel 1985.
Successivamente, ricoprì incarichi ministeriali come esperto, prima negli Affari regionali e poi negli Affari regionali e politiche comunitarie nel governo Ciampi. Nel 1986 tornò all’insegnamento e continuò a dirigere la rivista Quaderni costituzionali fino alla sua morte nell’aprile 2000.
Tra le sue opere più note: Diritto costituzionale (1991), Diritto regionale (1973), Commentario breve della Costituzione (1990) e Le fonti del diritto italiano (1996).
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1939 – 2013
Libero docente di Diritto Civile nel 1969, ordinario dal 1976, Giovanni Gabrielli insegnò all’Università degli Studi di Trieste sino al 2007.
Nel 1960 si era anche diplomato traduttore alla Scuola per Interpreti.
Avvocato di spicco, con Studio a Trieste, Udine e una collaborazione veronese. Buona parte della realtà economica della città passò per le sue mani.
Vicepresidente vicario di Allianz S.p.A. e presidente di Antonveneta Vita, Gabrielli ricoprì nei decenni molte cariche, tra le quali presidente del Frie, vicepresidente della Nova Kreditna, presidente di Lloyd Adriatico Holding S.p.A.; fu consigliere di amministrazione di società di più settori, dall’industria alla logistica all’editoria.
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1929 – 2015
Giurista triestino, avvocato affermato, docente di Diritto Commerciale e titolare anche della cattedra di Diritto Fallimentare presso l’Università degli Studi di Trieste; venne eletto rettore nel 1972 e, riconfermato per due trienni consecutivi, rimase in carica fino al 1981. Quel lasso di tempo fu caratterizzato dalla contestazione studentesca, nonché dalle richieste da parte di Udine per dotarsi di una sede universitaria autonoma. De Ferra, aperto al dialogo, concesse agli studenti il diritto a partecipare ad alcuni organi accademici e favorì la trasformazione in Facoltà della Scuola per Traduttori ed Interpreti.
Per alcuni anni fu membro della Conferenza dei Rettori, che riuniva i maggiori esponenti di tutte le Università italiane.
Ricoprì il ruolo di sovrintendente del Teatro Verdi, divenne Cavaliere del Santo Sepolcro e consigliere della Banca d’Italia.
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1907 – 1987
Professore universitario dal 1937, insegnò Diritto Romano nelle Università di Messina, Trieste, Bologna, Diritto Civile a Bologna e Storia del Diritto Romano a Roma.
Divenne giudice della Corte Costituzionale e dal 1969 al 1971 ne fu Presidente.
Dal 1975 fu socio nazionale dei Lincei.
Dal 1972 al 1983 venne eletto Senatore indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano.
Ricoprì la carica di condirettore – con Antonio Scialoja – di un imponente Commentario al Codice civile, nonché di direttore di un vasto Commentario alla Costituzione dal 1975.
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1909 – 2005
Ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo del diritto. Laureatosi in giurisprudenza nel 1929 presso l’Università di Roma “La Sapienza”, ha ottenuto la libera docenza nel 1936 e, nel 1937, è stato il primo classificato nel concorso a professore ordinario di Diritto Processuale Civile presso la Libera Università di Urbino.
La sua carriera accademica lo ha portato a insegnare in diverse università italiane, tra cui Trieste, Pisa, Napoli, Genova, Firenze e Roma, dove ha tenuto corsi su Diritto Fallimentare e Diritto Processuale Civile.
Ha contribuito alla redazione del codice civile del 1942 e ha partecipato a diverse commissioni politiche. È stato membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione dal 1962 al 1966.
Ha diretto le riviste Foro italiano e Rivista di diritto per due decenni e ha ricoperto la carica di giudice della Corte Costituzionale dal 1978 al 1987, servendo anche come Vicepresidente dal 1986.
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1928 – 2000
Cecilia Assanti è stata una figura di spicco nel campo del diritto del lavoro in Italia. Laureatasi in giurisprudenza a soli 21 anni nel 1949, ha conseguito la libera docenza nel 1959 e nel 1963 ha vinto un concorso a cattedra. Ha insegnato presso l’Università di Trieste, distinguendosi anche come consigliera comunale dal 1978 e membro del Consiglio Superiore della Magistratura dal 1981 al 1986.
Dopo il servizio al C.S.M., ha proseguito la sua carriera accademica e il suo impegno civile, dirigendo la Scuola di Specializzazione in Diritto del Lavoro fino al 2000. La sua morte nel 2000 ha lasciato un vuoto nel campo giuridico italiano, ma il suo lascito continua a influenzare le generazioni successive di giuristi e attivisti. Cecilia Assanti rimane una figura di grande rilevanza nel panorama accademico e civile italiano.
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Il progetto di residenze d’artista #SBLAD – Shine Bright Like A Diamond trae ispirazione dal catalogo Ricorda e splendi realizzato in seguito all’Esposizione Nazionale della Pittura Italiana Contemporanea del 1953 presso l’Università di Trieste. Questo titolo richiama l’iscrizione Splendi e ricorda i caduti sul mare del Faro della Vittoria, simboleggiando un augurio e un monito eterno.
#SBLAD – Shine Bright Like A Diamond rappresenta un richiamo alla luce e alla forza di un faro e sottolinea il ruolo dell’artista come misuratore del tempo e dei tempi, che può prevedere e guidare il futuro prossimo come un faro luminoso.
Gli artisti in residenza e la mostra finale offrono al pubblico un’opportunità unica per immergersi nell’arte contemporanea, esplorando diverse forme espressive e scoprendo nuove produzioni artistiche. Si tratta di un’esperienza avvincente e illuminante, simile a seguire la luce di un faro che guida verso il futuro dell’arte.
di Marcela Serli
Prendi il tuo spirito
punta al domani
Affila lo sguardo
e guarda
Guarda il tuo sogno
prendere forma
e inventa
Inventa il futuro
Il futuro che è fatto di oggi e di ieri.
E ora
intreccia i saperi
Afferra il presente
E guarda al di là
Un impeto curioso ti spinge, ti avvolge
Potresti arrivare alla verità.
Ora il tuo impegno
Sorprende la sorte
La tua intelligenza
Spalanca la mente
E ora
Lo vedi questo luogo?
Di fronte a questo mare?
Il carso l’ha nutrito di sale
Di dialogo creativo
Di voci e occhi abbonda
Trieste ne è la culla.
Lo vedi questo luogo
Dalle menti curiose sorgeranno domande
e Noi risponderemo
perché al plurale ormai saremo
Lo vedi questo uomo,
guardalo, sei tu,
quello che verrà.
La vedi questa donna,
guardala, sei tu,
quella che verrà.
Le vedi? le persone? tutte quante, ogni forma e colore qui presenti.
Questo plurale ci salverà.
Ora
ti chiedo di più:
Girati,
mi vedi? Sono qui, qui dentro.
Se allacci la mente alla mia
il tuo sguardo sarà nuovo
nuovi occhi vedranno
vedranno insieme
il progresso
non farà paura
Il futuro.
Costruiremo ponti
di autentica meraviglia
Per l’umanità.
Si aprirà il tetto di questo ateneo
e sopra noi
le stelle.
1922 – 2015
Laureato in Chimica presso l’Università di Milano nel 1946, sotto la guida di Lamberto Malatesta, entra in Luce. Nel 1948, emerge tra i tre vincitori di un concorso presso la neonata Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Trieste, per diventare assistente di chimica fisica.
Proseguendo nella stessa Università, raggiunge la posizione di libero docente nel 1954, poi professore straordinario nel 1962 e professore ordinario nel 1965. Dal 1973 al 1991, svolge il ruolo di Preside della facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali.
La sua ricerca si concentra sui composti metallorganici del cobalto(II) come trasportatori di ossigeno e dei composti del cobalto(III) come catalizzatori e modelli della vitamina B12.
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1922 – 2010
Ammesso dopo gli studi classici alla Scuola Normale Superiore di Pisa nel 1940, si laurea in Farmacia a Pisa nel 1944 e in chimica a Padova nel 1946. Assistente di ruolo in chimica organica dal 1948 e libero docente dal 1954 presso l’Università degli Studi di Trieste, professore ordinario dal 1967 in Chimica Farmaceutica Applicata.
È stato Preside della Facoltà di Farmacia nel triennio 1968-70 e dal 1978 al 1983. Ha pubblicato I fondamenti di Chimica farmaceutica in quattro volumi, al suo tempo adottati in diverse Università italiane come testi di riferimento basilare. La sua attività di ricerca è stata incentrata principalmente sullo studio sperimentale nell’ambito dei rapporti tra struttura chimica ed attività edulcorante, nonché su nuovi chemioterapici antivirali.
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1915 – 1984
Laureatosi nel 1937 in giurisprudenza presso l’Università di Napoli, fu allievo e assistente di Ugo Forti. Dal 1939 al 1942 fu professore incaricato di diritto amministrativo presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Urbino.
Nel 1942 vinse la cattedra di Diritto Amministrativo presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trieste dove rimase fino al 1949.
Chiamato alle armi allo scoppio della Seconda guerra mondiale, fu impegnato sul fronte di Russia come ufficiale dell’11º Raggruppamento Artiglieria di Corpo d’Armata e gli fu attribuita la medaglia d’argento al valor militare. Fu prigioniero dal gennaio 1943 al 7 luglio 1946.
Nel 1954 fu nominato giudice dell’Alta Corte per la Regione Siciliana fino al 1957. Successivamente fu nominato giudice costituzionale dal presidente della Repubblica Italiana Giovanni Gronchi il 30 marzo 1957, prestando giuramento il 4 aprile. Fu Presidente della Corte Costituzionale dal 16 gennaio 1968 al 4 aprile.Durante la sua presidenza la Corte Costituzionale ha emesso pronunce fondamentali, soprattutto in materia di urbanistica.
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1942 – 1997
Senatore della Repubblica Italiana e professore di sociologia generale presso l’Università di Trieste. Appassionato studioso di cinema, ricercatore sociale e docente universitario in discipline sociologiche prima a Torino e in seguito a Trieste e Gorizia, direttore dell’Istituto sloveno di ricerche SLORI di Trieste, ha contribuito ai processi innovativi nella comunità slovena in Italia ed è stato uomo di dialogo nella composita realtà regionale del Friuli Venezia Giulia e nei rapporti con la vicina Slovenia.
Attento osservatore dei profondi cambiamenti nell’est europeo e nei
Balcani dopo la caduta del muro, viene eletto per tre volte Senatore della Repubblica, svolgendo incarichi istituzionali anche in vari organismi internazionali.
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1902 – 1975
Uno dei più eminenti giuristi italiani, la sua opera sulla procedura civile è di immenso valore. Oltre a essere un grande giurista, è stato uno dei più noti narratori, con la sua produzione scoperta e pubblicata postuma.
Nel 1945, durante la liberazione, ha ricoperto il ruolo di rettore dell’Università di Trieste. La sua figura incarna il connubio tra diritto e cultura, diventando soggetto di interesse letterario. Attraverso il suo carteggio con Calamandrei, emergono riflessioni sul dramma individuale in un’epoca di ideologie e guerra.
Inoltre, la sua figura permette di esplorare il diritto come tema centrale anche nella letteratura, e di discutere del diritto/dovere di resistenza dello scienziato in tempi difficili.
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1894 – 1962
Nel corso degli anni Trenta, si affermò come uno dei principali esperti di Scienza delle finanze e Diritto finanziario in Italia, guadagnando la libera docenza in queste materie. Ha insegnato a Trieste e Roma e coautore della prima edizione (1940) del Codice delle leggi tributarie con A.D. Giannini.
Partecipò a commissioni di studio per la stesura di testi unici delle imposte, ma il suo ruolo più significativo fu nell’Assemblea Costituente, dove sostenne l’introduzione del principio della progressività dell’imposizione fiscale. Questa visione fu adottata nell’art. 53 della Costituzione Italiana.
Membro attivo della Democrazia Cristiana, mantenne il ruolo di Avvocato Generale dello Stato dal 1946 fino alla sua morte. Nonostante il suo impegno istituzionale, partecipò attivamente alla politica e sostenne l’istituzione della Cassa per il Mezzogiorno. Nel Gabinetto Pella (1953-54) fu Ministro per la Riforma Burocratica.
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1902 – 1981
Il Prof. Zanaboni è stato il primo Professore di Scienza delle Costruzioni presso l’Università di Trieste dal 1946 al 1956. Originario di Bologna, è stato il fondatore dell’istituto omonimo e il pioniere dell’insegnamento delle Costruzioni in ferro cemento e legno e Costruzione di ponti.Ha scritto oltre 100 articoli scientifici su teoria dell’elasticità e ingegneria delle strutture, con una pubblicazione nota a livello internazionale per dimostrare il Principio del de Saint-Venant, uno dei fondamenti dell’ingegneria strutturale.
Durante il suo periodo a Trieste, ha creato un manoscritto organico sulla Scienza delle Costruzioni, ancora consultabile presso l’Archivio Storico dell’Università di Bologna.Dopo il suo mandato a Trieste, è tornato all’Università di Bologna nel 1956 per coprire la cattedra di Scienza delle Costruzioni, continuando il suo contributo all’ambito accademico.
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1954 –2023
Ha dedicato 40 anni alla formazione di giovani ingegneri civili come ricercatore e Professore Associato/Ordinario in Tecnica delle costruzioni (ICAR/09). Co-autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche, ha guidato oltre 100 tesi di laurea magistrale e supervisionato dottorati di ricerca, contribuendo alla formazione di docenti e professionisti nel settore delle costruzioni.
È stato responsabile scientifico di progetti di ricerca a livello nazionale e internazionale, collaborando con aziende leader. Ha coordinato corsi di formazione per ordini professionali, partecipato a eventi scientifici internazionali e svolto ruoli chiave all’interno dell’università, come coordinatore di corso di studi e membro di commissioni e comitati di lavoro internazionali per gli Eurocodici e documenti tecnici.
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1908 –1996
L’Ingegnere Civile-Irrigazione è stato un punto di riferimento nell’Università di Trieste. Professore di Idraulica dal 1947 al 1978 e Preside per otto mandati, ha espanso la Facoltà di Ingegneria con nuovi corsi e spazi, promuovendo la crescita sia dei docenti che degli studenti.
Ha diretto l’Istituto di Idraulica e Costruzioni Idrauliche, contribuendo alla ricerca e alla progettazione. Ha partecipato a commissioni di studio nazionali e regionali, incluso il lavoro sulla Laguna di Venezia e la salvaguardia di Venezia.
È stato riconosciuto con onorificenze, tra cui la Medaglia d’Oro dei Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte, e nominato Professore Emerito nel 1987.
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1925 – 1987
Il Generale, laureato in Ingegneria navale e Meccanica nel 1949 all’Università di Trieste, entra nel Genio aeronautico nel 1950. La sua carriera vanta avanzamenti e riconoscimenti nel settore aeronautico.
Insegna anche all’Università di Roma e Trieste, ottenendo la libera docenza in Razzi e propulsione spaziale nel 1962. Nel 1983 diventa Generale Ispettore, guidando il Genio Aeronautico e la Direzione delle Costruzioni delle Armi aeronautiche.
Riceve onorificenze italiane e straniere, incluso l’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Insegna e studia la propulsione aerea e aerospaziale presso l’Università di Trieste. La sua carriera si interrompe tragicamente nel 1987 a causa di un attentato a Roma.
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1924 – 2016
Roberto Costa è un noto ingegnere civile e architetto con una carriera distinta. Dopo gli studi al Politecnico di Milano, si unì alla Resistenza nel ’44-’45. Laureatosi nel 1948, si dedicò alla progettazione di spazi significativi a Trieste, spesso in collaborazione con altri professionisti.
Negli anni ’50, si distinse in progetti scolastici e urbani, vincendo concorsi e realizzando opere d’importanza. Partecipò alla creazione di istituzioni accademiche come il Collegio ECA San Giusto e la SISSA.
Costa ebbe un ruolo nell’insegnamento e divenne Direttore dell’Istituto di Architettura e primo Preside della Facoltà di Architettura dell’Università di Trieste. Contribuì alla conservazione architettonica nei Balcani e in Nigeria.
Nel 2000, fu insignito della medaglia d’oro dal Presidente della Repubblica per il suo contributo alla scienza e alla cultura. Impegnato anche in politica, servì come Consigliere della Provincia e del Comune di Trieste.
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1935 – 2018
Giancarlo Ghirardi è stato un celebre fisico teorico con contributi di rilievo alla meccanica quantistica. Ha insegnato all’Università di Trieste dal 1964 al 2007, diventando poi professore emerito.
È noto per aver sviluppato il modello GRW di collasso spontaneo insieme ad Alberto Rimini e Tullio Weber, unendo l’equazione di Schrödinger al collasso della funzione d’onda, diventando un punto di riferimento nella meccanica quantistica. I suoi studi si sono estesi alla teoria dell’entanglement e della non-località in sistemi di particelle identiche. Ha fondato una rinomata scuola di Meccanica Quantistica presso l’Università di Trieste.
Ghirardi è autore di libri di divulgazione, come Un’occhiata alle carte di Dio, che ha semplificato i concetti della meccanica quantistica per il pubblico, e Simmetrie. Principi e forme naturali, un’opera postuma in due volumi.
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1931 – 1998
Luciano Fonda, nato a Pola nel 1931, si trasferì a Trieste nel 1943. Dopo il diploma al Liceo Classico “Dante Alighieri” nel 1950, si laureò con lode in Fisica all’Università di Trieste nel 1955. Divenne assistente di Fisica Teorica con Paolo Budinich e vinse una borsa Fulbright negli Stati Uniti nel 1957. Lavorò con importanti fisici come Roger Newton e Robert Oppenheimer. Nel 1961 vinse la Cattedra in Fisica Teorica e tornò in Italia, insegnando a Palermo e Parma prima di tornare a Trieste nel 1963.
Nel 1964, con Abdus Salam e Paolo Budinich, Fonda contribuì a fondare l’ICTP, trasformando Trieste in un hub scientifico internazionale. Guidò l’Advanced School of Physics fino al 1980, quando passò il testimone alla SISSA. Fu direttore e presidente del Consorzio per la Fisica e Preside della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Trieste dal 1991 al 1997.
Negli anni ’80, collaborando con Franco Bassani, Fonda contribuì a creare l’elettrosincrotrone “Elettra” a Trieste, completato nel 1993. Morì improvvisamente nel 1998 a causa di un infarto, durante una crociera a vela a Skradin, vicino a Sebenico.”
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1922 – 2013
Margherita Hack, direttrice dell’Istituto di Astronomia dell’Università di Trieste dal 1964 al 1987, ha giocato un ruolo chiave nella trasformazione di Trieste in un centro di ricerca astrofisica di prestigio internazionale. Grazie alla sua passione, abilità manageriali e determinazione, ha contribuito anche alla creazione di istituzioni come l’ICTP e la SISSA. I suoi contributi scientifici alle stelle e alle atmosfere stellari sono stati fondamentali, incluso il libro “Stellar Spectroscopy” del 1969 scritto con Otto Struve. Hack è stata una pioniera nell’uso dei dati spaziali, sfruttando i satelliti Copernicus e IUE per studiare fenomeni energetici. Oltre alla ricerca, ha dedicato tempo alla divulgazione e all’educazione.
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1865 – 1931
Rettore della Regia Università degli Studi Economici e Commerciali dal 1926 al 1930, era di famiglia goriziana. Laureato in chimica e farmacia a Graz, ha ricoperto incarichi dirigenti nelle farmacie degli Ospedali Riuniti di Parma e ha fondato il Laboratorio Chimico e il Museo Commerciale della Camera di Commercio di Trieste. Già direttore dell’Istituto di Studi Commerciali Fondazione Revoltella, è stato anche preside della facoltà di Economia, coincidendo con la carica di rettore fino al 1938. Ha introdotto corsi di lingue slave, tecnica bancaria e ha istituito l’Istituto Coloniale delle Tre Venezie. Ha anche insegnato Merceologia e creato un laboratorio chimico nell’Ateneo.
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1913 – 1993
Kanizsa è un eminente protagonista della Psicologia Sperimentale italiana, acclamato per le sue ricerche sulla percezione. Nonostante le leggi razziali, ha continuato la sua ricerca durante la resistenza a Roma con l’aiuto di Luigi Meschieri.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha collaborato con Musatti nel laboratorio Olivetti di Ivrea e insegnato a Firenze e Milano. Nel 1953 è diventato professore di psicologia a Trieste, fondando l’Istituto di Psicologia e dedicandosi alla ricerca sulla percezione visiva. Una delle sue più rilevanti contribuzioni è stata la creazione del Triangolo di Kanizsa nel 1954. Nel 1976, ha guadagnato fama internazionale con l’articolo “Subjective Contours” e nel 1979 con il libro Organization in Vision.
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1865 – 1931
Zoologo italiano, primo professore di discipline naturalistiche all’Ateneo. Su temi quali sessualità anfibi, rigenerazione platelminti e ecologia marina, è esperto mondiale di chetognati. Ha riavviato ricerca marina a Trieste fondando Istituto di Zoologia nel 1962, portando alla fama il Laboratorio di Biologia Marina di Aurisina. Ha recuperato patrimonio scientifico e formato nuovi biologi marini. Numerose pubblicazioni, incl. monografia “La fauna d’Italia”. Autorità in Idrobiologia con libro “Il nostro universo: La vita nelle acque”.
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1925 – 2021
Riconosciuto tra i pilastri della biochimica italiana, si laureò in medicina a Padova nel 1949. Dopo Pavia e esperienze internazionali, giunse a Trieste nel 1958, lanciando gli studi di biochimica e creando una scuola di successo con continuità da parte dei suoi allievi.
Fu preside della Facoltà di Farmacia (1962-67) e giocò ruoli chiave nell’istituzione della Facoltà di Medicina. Onorato con Medaglia d’oro ai benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte (1986), contribuì a organismi come il Comitato Nazionale di Bioetica e l’International Council of Human Duties (1993).
De Bernard si distinse per studi biochimici e clinici, concentrandosi sulla calcificazione e sulla promozione della biochimica in Italia. Fondò l’Area Science Park e supportò il centro ICGEB, rafforzando il Sistema Trieste per la ricerca.
Appoggiando l’idea di Levi-Montalcini, promosse a Trieste una collaborazione globale tra scienziati, culminata nella Trieste Declaration of Human Duties (1993), che integra i Diritti Umani con una responsabilità condivisa per le sfide del terzo millennio.
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1925 – 2012
È stato un pediatra italiano, professore, autore di diversi libri e manuali di pediatria, fondatore di riviste specialistiche e società scientifiche. È ricordato soprattutto per aver promosso una serie di provvedimenti che rivoluzionarono la cura dei bambini in Italia a partire dagli anni settanta del XX secolo, come la creazione del Day hospital pediatrico e l’apertura dei reparti di pediatria alle famiglie. L’importanza della sua “rivoluzione” è tale da essere paragonata a ciò che Franco Basaglia fece nella psichiatria. Per tale motivo è considerato un “padre della pediatria italiana”. Dal 1968 e fino alla fine della sua carriera, è stato Direttore della Clinica dell’Ospedale infantile Burlo Garofolo di Trieste, iniziando quella rivoluzione nella cura dei bambini che influenzò le generazioni successive. Nello stesso anno fu tra i fondatori della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Trieste e negli anni successivi diresse la Scuola di specializzazione in Pediatria di Trieste.
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1928 – 2020
Originario di Roma, dove era stato giovane allievo del grande chirurgo triestino Pietro Valdoni, uno dei pionieri della moderna chirurgia italiana.
È stato quindi tra i padri fondatori della Facoltà medico-chirurgica a Trieste negli anni Sessanta, e per questa ha vissuto e lavorato intensamente. Ha dato impulso, infatti, alla Scuola Chirurgica triestina conducendola a riconoscimenti nazionali ed internazionali. Docente di Patologia Chirurgica e poi di Clinica Chirurgica, ha insegnato a intere generazioni di studenti, ha formato tantissimi specializzandi e ha portato molti allievi ad occupare posizioni apicali sia in ambito ospedaliero che universitario. All’avanguardia nello sviluppo della chirurgia, negli anni ’80 è stato tra i primi ad utilizzare e a migliorare tecnologie allora sconosciute. Preside sempre all’ascolto di tutti, ha tracciato una strada netta di sviluppo e di multidisciplinarietà, incentivando le collaborazioni internazionali. Era uomo pubblico di alto livello, sempre impegnato in relazioni istituzionali di elevato profilo
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1928 – 2017
Il Prof. Ludovico Dalla Palma si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1951 presso l’Università di Padova e ha conseguito la Specializzazione in Radiologia nel 1954. Ha ricoperto vari incarichi accademici a Padova e Firenze prima di arrivare a Trieste nel 1968 come Primario dell’Istituto Radiologico di Diagnostica. Nel 1969 è diventato Professore Ordinario di Radiologia presso l’Università di Trieste e ha diretto l’Istituto di Radiologia fino al 2000. Ha guidato la Scuola di Specializzazione in Radiologia Diagnostica dal 1971 al 2003 e ha diretto il Dipartimento Universitario di Scienze Cliniche, Morfologiche e Tecnologiche dal 2000 al 2003.
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1936 – 2019
Il Prof. Graziani si è laureato in Chimica a Padova nel 1962 e ha continuato la sua carriera accademica e di ricerca fino al 1967, anche negli Stati Uniti. Successivamente, ha ricoperto ruoli accademici di rilievo, diventando professore a Bologna e Venezia. Dal 1975, è stato Professore Ordinario di Chimica Generale e Inorganica a Trieste, con incarichi amministrativi come Prorettore e Preside. Ha anche avuto un ruolo chiave nell’istituzione del Centro di Eccellenza sui Materiali Nanostrutturati dell’Università di Trieste e ha contribuito allo sviluppo tecnologico nei paesi in via di sviluppo attraverso collaborazioni internazionali. Nel corso degli anni, ha cambiato focus di ricerca, passando dalla chimica organometallica alla catalisi e ai nanomateriali per l’energia, pubblicando ampiamente e condividendo la sua conoscenza attraverso pubblicazioni e brevetti.
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